Il Regno Unito si colloca al quarto posto per la quota di importazioni dall'Italia, mentre l'Italia è al settimo posto per le esportazioni dal Regno Unito. Il Regno Unito è al sesto posto come destinatario di investimenti italiani. Da quando la Fiat aprì la prima fabbrica in Gran Bretagna nel 1903, gli investimenti italiani nel Regno Unito sono cresciuti in modo significativo, specialmente negli ultimi cinque anni. Gli investimenti diretti calcolati in base al flusso di titoli azionari di fonte estera hanno totalizzato 126 miliardi di dollari nel 2002, più del doppio rispetto al 1995. Attualmente circa 560 filiali di aziende italiane hanno alle loro dipendenze circa 50.000 persone nel Regno Unito.
A Londra vivono più di 30.000 persone nate in Italia. Delle 250 consociate italiane nel Regno Unito registrate presso la Camera di Commercio Italiana, 160 hanno sede a Londra. I settori più frequentemente rappresentati sono banche, alimentari, moda, arredamento e spedizioni, ma hanno una presenza rilevante anche energia/chimica, editoria e tessili. Gli investimenti più recenti sono stati effettuati tramite acquisizioni piuttosto che per mezzo di joint-venture con aziende già esistenti o create ex novo.
Tra le aziende italiane nel Regno Unito figurano Fiat, Pirelli, Agusta Westland, Sogefi, De Rigo, Merloni, Prada, Telecom Italia, De Longhi, Tiscali e Benetton. Per gli investitori italiani si sono dimostrati elementi di grande attrattiva l'ambiente britannico favorevole alle attività economiche, l'efficienza dei servizi pubblici, la forza del settore finanziario, i sistemi di comunicazione e la facilità di accesso ai mercati del Nord Europa.
In Europa, il Regno Unito è il luogo preferito per investimenti da fonti estere. L'economia trasparente e aperta, ben disposta ad accogliere nuove imprese, i massimi punteggi costantemente riportati nelle classifiche internazionali per quanto riguarda la facilità di avviamento di un'attività economica e le barriere d'ingresso ridotte al minimo, rappresentano i motivi principali per cui le aziende scelgono il Regno Unito come luogo di investimenti da fonti estere. È appunto questo ambiente economico che offre ogni sorta di incentivo alle nuove aziende per crescere, innovare e competere in un mercato globale.
La forza lavoro è, a ogni livello, flessibile e motivata, ben disposta ad aiutare le aziende ad adattarsi all'evoluzione dei mercati. Il Regno Unito conta 28 milioni di lavoratori specializzati e versatili e alti livelli di istruzione con un forte accento sull'istruzione e l'addestramento professionali. La normativa del mercato del lavoro nel Regno Unito, anche per quanto compete le ore di lavoro, è una delle più flessibili in Europa e i costi del personale sono fortemente competitivi.
Le aziende con sede nel Regno Unito si trovano in posizione ottimale per operare nel mercato globale. Nel Regno Unito, il mercato delle telecomunicazioni e la rete integrata di trasporti sono di eccellente livello mondiale e forniscono collegamenti a basso costo con l'Europa e il resto del mondo. Alle nuove aziende il Regno Unito può offrire le tariffe dei servizi pubblici più basse nell'Unione Europea, la più bassa aliquota di imposta sulle società rispetto a qualsiasi altro grande paese industrializzato e non ci sono imposte locali aggiuntive sugli utili.
A questo fertile ambiente si accompagna una ricerca e sviluppo (R&S) all'avanguardia nel mondo, che gode del supporto di iniziative governative e di forti legami tra mondo accademico e industria. Le aziende tecnologiche aprono i loro centri di ricerca nel Regno Unito proprio per l'eccellenza degli scienziati e degli specialisti presenti nelle università. Il successo che ne è conseguito ha forgiato una stretta partnership tra mondo imprenditoriale e mondo accademico che può essere utilmente sfruttata dagli investitori esteri.