Superiore alla fama di Shakespeare fu, nel XVII secolo, quella di Ben Jonson, poeta e drammaturgo, autore di commedie classiche per i temi e per il rispetto delle tre unità aristoteliche di tempo, luogo e azione. In una delle opere più celebri, Volpone (1606), Jonson riprende dalla satira classica la trama, le scene e la caratterizzazione. Il suo stile sempre sobrio e accurato mostra maggiori analogie con il teatro della Restaurazione che con la drammaturgia elisabettiana. Suoi discepoli si ritennero Francis Beaumont e John Fletcher , che insieme composero tragicommedie in cui si intrecciano situazioni moralmente incerte, inattesi mutamenti del destino e vicende intrise di sentimentalismo.
La miriade di libelli, cronache di viaggi e prose narrative che si diffusero tra la fine del Cinquecento e la prima metà del Seicento è espressione di un fermento culturale che preludeva all'evoluzione letteraria portata a compimento nel secolo seguente. In un panorama di opere in prosa scarsamente significative, un evento di straordinario rilievo culturale fu la pubblicazione nel 1611 della prima traduzione inglese della Bibbia, che da quel momento in poi avrebbe influenzato con il suo vocabolario, le sue immagini e il suo ritmo narrativo la prosa inglese.